Parrocchia a misura di famiglia

Parrocchia Missionaria

Il rinnovamento della parrocchia comincia dalla famiglia.


Il rinnovamento della parrocchia comincia dalla famiglia. Non è uno slogan, ma un progetto concreto, un itinerario possibile ed opportuno.

Coppie e presbiteri devono sempre più pensare insieme le iniziative pastorali per trovare ciò che di specifico genitori e figli possono apportare come “dono-risorsa” nella vita della comunità.

Le implicazioni di questa premessa sono molteplici: anzitutto come riflessione teologica, si nota che il coinvolgimento diretto delle famiglie è motivato dalla natura del sacramento, che è comunione per il servizio.

Sul piano pastorale si intuisce quanto fa bene alla parrocchia assumere le modalità gioiose e circolari delle coppie, che celebrano la totalità del vissuto, dalla nascita alla morte, e traducono in positiva concretezza il sacramento che si portano addosso.

Che la famiglia sia capace di evangelizzare la vita di tutti lo rivelano le qualità tipiche del suo patrimonio genetico: l’accoglienza, la responsabilità, la testimonianza, il rispetto, la capacità di dire dei no quando occorre…

Sul “lavorare insieme” – una sfida per il nostro individualismo esasperato – la famiglia può fare molto. Ce lo insegnano anche gli animali, come osserva un acuto studioso: “il prossimo autunno, quando vedrete le oche selvatiche puntare verso sud per l’inverno in formazione di volo a V, potrete riflettere su ciò che la scienza ha scoperto: quando ciascun uccello sbatte le ali, crea una spinta dal basso verso l’alto per chi è subito dietro. Volando in formazione a V, tutto lo stormo aumenta l’autonomia di volo di almeno il 71% rispetto a un uccello che volasse da solo. Quando un’oca si stacca dalla formazione, avverte improvvisamente la resistenza aerodinamica e rapidamente si rimette in formazione per sfruttare la potenza di sollevamento dell’oca davanti. Quando la prima oca si stanca, si sposta lateralmente e un’altra oca prende il suo posto alla guida. Le oche gridano da dietro per incoraggiare quelle davanti a mantenere la velocità. Infine, quando un’oca si ammala o viene ferita da un colpo di fucile ed esce dalla formazione, altre due oche ne escono insieme a lei e la seguono giù per prestare aiuto e protezione; rimangono con l’oca caduta finché non è in grado di volare oppure finché muore”.

Se un forte senso comunitario rende così solidali le oche selvatiche, perché non dovrebbe essere anche per noi, chiamati a lavorare insieme nella stessa casa-comunità? Per noi dovrebbe essere naturale “portare i pesi gli uni degli altri” per imitare Colui che è venuto per servire e non per farsi servire.
 

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